Quali sono stati i migliori rebranding del 2023: campari, Fanta, The fork

In un mondo in continua evoluzione, dove l’immagine e l’identità di un brand giocano un ruolo cruciale nel successo commerciale, il rebranding emerge come una strategia fondamentale. Attraverso il rebranding, le aziende possono ridefinire la loro immagine, rafforzare la loro presenza sul mercato e rimanere rilevanti di fronte ai cambiamenti costanti del settore. Questo articolo esplora in dettaglio il concetto di rebranding, analizzando quando e perché le aziende decidono di adottare questa strategia e come essa può trasformare il loro posizionamento sul mercato.

Dall’analisi teorica alle esemplificazioni pratiche, scopriremo anche tre esempi di successo di rebranding nel 2023. Questi casi studio mostrano come marchi noti come The Fork, Campari e Fanta abbiano efficacemente rinnovato la loro identità di marca, affrontando le sfide del mercato moderno e riconnettendosi con il loro pubblico in modi innovativi e stimolanti.

Questo articolo offre una visione approfondita su come il rebranding possa essere un potente strumento per le aziende che cercano di adattarsi, innovare e prosperare in un ambiente di mercato dinamico e sempre più competitivo.

Cosa si intende con rebranding

Rebranding significato

Il rebranding è il processo strategico di rinnovamento dell’identità di un marchio, negozio o prodotto. Questo include la modifica del nome, logo, brand identity, o strategie di comunicazione, finalizzato a rinfrescare l’immagine dell’azienda o modificare il suo posizionamento sul mercato e valore percepito.

Quando il rebrand interviene sugli aspetti fondamentali di un marchio, come il logo, il nome, la mission, il posizionamento di mercato e le strategie di marketing, si definisce un rebranding totale. Al contrario, se il processo di rinnovamento riguarda solo determinati elementi, come la palette di colori del brand o una specifica linea di prodotti, allora si parla di un rebranding parziale.

Muzellec e Lambkin categorizzano il rebranding lungo un continuum basato sul grado di cambiamento.
Da questo presupposto i due accademici hanno fatto una distinzione tra i diversi tipi di rebranding:
Il rebranding evolutivo coinvolge modifiche meno percettibili, come aggiornamenti al logo, tipografia o colori del brand.

Il rebranding rivoluzionario, invece, comporta cambiamenti radicali nella value proposition e nel posizionamento sul mercato.

The Economic Times distingue tra rebranding proattivo e reattivo. Il primo si verifica quando un’azienda rinnova la sua brand identity per restare rilevante, innovare, raggiungere nuovi mercati, o seguire l’evoluzione del proprio business model. Il rebranding reattivo risponde a eventi specifici come acquisizioni, fusioni, o danneggiamenti della reputazione del brand.

È essenziale che il rebranding sia attentamente pianificato per evitare confusione tra i consumatori e possibili contraccolpi negativi, come dimostra il caso del marchio Gap, dove un cambiamento di logo non ben accolto ha portato all’adozione del logo originale. Poiché comporta spesso costi elevati, valutare attentamente i potenziali vantaggi, costi e rischi è cruciale.

Quando si fa rebranding

Effettuare un rebranding richiede un’analisi accurata preliminare. È fondamentale considerare i costi coinvolti e prevedere le reazioni dei clienti, specialmente quelli più affezionati, che potrebbero reagire negativamente a cambiamenti improvvisi e radicali del marchio, a meno che il rebranding non sia adeguatamente comunicato.

Ma quali sono le circostanze in cui è consigliabile avviare un rebranding? Che si tratti di rinnovare il design dell’e-commerce o di creare un nuovo logo, ecco alcune situazioni che potrebbero richiederlo:

crescita o evoluzione aziendale: se prevedete di modificare la vostra offerta, esplorare nuovi mercati o cambiare il posizionamento dei prodotti (ad esempio, mirando a una fascia di prezzo più alta), il rebranding può essere un alleato strategico per raggiungere questi obiettivi.
variazione del pubblico target: il rebranding diventa necessario se l’intenzione è ampliare o riorientare la clientela verso una nicchia di mercato specifica, consolidando il posizionamento e comunicando autenticità.
mutamenti nel mercato: i gusti e le esigenze dei clienti possono cambiare (come l’aumento dell’interesse per i prodotti sostenibili); un rebranding può aiutare a mantenere la rilevanza in un mercato in costante evoluzione.
fusione o acquisizione aziendale: in questi casi, il rebranding è essenziale per informare i clienti riguardo le nuove strutture operative.
crisi di reputazione: se l’immagine aziendale subisce danni o viene associata a valori negativi, il rebranding è cruciale per proteggere il business.
modernizzazione: periodicamente, rinnovare il branding può essere utile per aggiornare l’identità aziendale e tenersi al passo con le tendenze di mercato.

In sintesi, il rebranding è una tattica necessaria per rispondere in modo efficace alle mutevoli esigenze del mercato e adattarsi a contesti che cambiano rapidamente. Le principali situazioni che suggeriscono un rebranding includono: crescita o evoluzione aziendale, cambiamento del target di riferimento, evoluzione del mercato, fusioni o acquisizioni aziendali, crisi di reputazione e modernizzazione.

Rebranding: 3 esempi di successo

Dopo aver visto e analizzato cos’ è e quando si effettua il rebranding passiamo ad analizzare degli esempi di successo del 2023.
Il primo che prendiamo in considerazione è quello di The Fork.

Il rebranding di The Fork

In seguito a un periodo di intensa crescita e sviluppo, caratterizzato dall’introduzione di nuove offerte e dall’espansione in nuovi mercati, TheFork ha presentato una nuova identità di marca completamente aggiornata. Al centro della nuova identità c’è un pittogramma, che funge da fulcro ispiratore per l’intero sistema di design, includendo i caratteri tipografici, i motivi grafici e le illustrazioni, queste ultime realizzate dallo studio di digital design Tubik. La nuova gamma cromatica è dominata da un tono di verde più vivace, usato come colore principale, e si arricchisce di una variegata palette complementare, ispirata alla diversità dei cibi, con l’obiettivo di esprimere impatto visivo, flessibilità e varietà.

Il caso Campari

Quest’anno, Campari ha rinnovato il proprio branding, offrendo un’interpretazione moderna dello spirito milanese e del concetto di aperitivo. La nuova identità di marca, concepita per i mercati internazionali, rappresenta una fusione scultorea e iconica degli elementi che definiscono le origini, l’essenza e il futuro dell’aperitivo italiano per eccellenza. La rinnovata bottiglia, ridisegnata dall’agenzia Robilant, mira a consolidare la sua posizione di elemento centrale nei bar di tutto il mondo. Il sistema aggiornato di Brand Visual Identity incarna e valorizza l’eleganza raffinata e l’allure cosmopolita che sono da sempre distintivi del brand, riflettendosi in ogni dettaglio.

Il rebranding di Fanta

Nel mese di aprile, Fanta ha svelato un significativo rebranding e una revisione della sua brand identity su scala globale. La rinnovata identità di Fanta punta a stimolare le persone a scoprire il divertimento nella quotidianità, enfatizzando la gioia e la semplicità in ogni momento, mantenendo al contempo il caratteristico stile inconfondibile del marchio. Il nuovo logo e la tipografia su misura riflettono la vivacità e la personalità distintiva di Fanta, elevando il già presente stile pop del brand a un nuovo livello. Questa brand identity aggiornata sarà omogenea in tutto il mondo, con il blu che sostituisce l’arancione come colore predominante nell’immagine del marchio.

Lascia un commento