Piano editoriale per aziende b2b

La strategia per progettare un piano editoriale di successo oggi è un passaggio fondamentale per l’incremento del nostro traffico qualificato. Produrre contenuti originali, di qualità e utili per il consumatore è una tecnica che comprende abilità tecniche, creative, di comunicazione e anche strategiche. In questo articolo parleremo di piani editoriali e della loro progettazione per aziende B2B, ad un livello di alta generalizzazione, affrontando lo schema teorico e qualche cenno pratico senza entrare nel dettaglio nelle singole realtà settoriali.

Per approfondire la creazione di un piano editoriale per un settore specifico potete scriverci una email a info@roccieparters.com, per potervi riservare una consulenza dedicata.

A livello strategico, diventa fondamentale capire quali formati editoriali funzionano meglio in ottica di awareness, consideration e conversion.

Come creare un piano editoriale

Ragioniamo in semplici passaggi per creare un vostro piano editoriale da zero.

  • Come prima cosa dobbiamo fare una mappatura dei contenuti in base agli obiettivi e allo stadio del processo di acquisto.
  • Analisi: bisogna effettuare un’analisi sui contenuti, mappando i diversi canali dove i contenuti vengono disseminati, sia interni all’azienda, che quelli esterni come social, blog e statistiche presenti all’interno del web
  • Progettazione: dopo aver effettuato l’analisi bisogna procedere con la progettazione dei contenuti, stabilendo il format, i bisogni che soddisfano, e le KPI a cui far riferimento per la loro misurazione.
  • Produzione: Durante la fase di produzione si basserà il brief al reparto di riferimento, copy, grafico ecc… che si occuperà della creazione effettiva del contenuto, che soficerà poi nella creazione di un documento che conterrà tutti i contenuti per un determinato periodo circoscritto
  • Disseminazione: non basta sviluppare un buon contenuto, è anche necessario che quest’ultimo venga pubblicato sui giusti canali per poter essere fruito nel migliore dei modi, specialmente in relazione al pubblico di riferimento per cui è pensato e alla fase della customer journey.

Perché fare un piano editoriale

Fare un piano editoriale deve essere funzionale non solo agli obiettivi di comunicazione, ma anche a quelli di business. Scordiamoci che creare un piano editoriale sia un’attività fine a sé stessa. Prevede infatti un’ampia fase strategica di ascolto, di progettazione e di pianificazione dell’attività. Per pianificare il piano editoriale è necessario condividere il processo con diverse risorse e può risultare particolarmente complesso coordinarne il lavoro a fasi. Per farlo, è necessario utilizzare strumenti come il Gantt condiviso i piattaforme collaborative come Mirò, che facilitano il processo e la comunicazione tra le diverse figure professionali all’interno dell’azienda o dell’agenzia.

Spesso è necessario anche che i dipendenti della società che delega il piano editoriale si confrontino con i professionisti di digital marketing interni all’agenzia che sta lavorando per loro.

Un buon piano editoriale genererà contenuti creati per gli utenti e poco auto referenziali, anche se poi dipende sempre dal canale e le sue logiche in cui si comunica il contenuto. Tuttavia, una buona best practice è, al di là del canale, generare valore per il cliente. Il piano editoriale deve essere infatti in grado di creare un valore sia per i propri clienti che per i potenziali clienti. Addirittura si possono andare ad intercettare una serie di pubblici secondari, che magari non sono nostri potenziali clienti, ma gli basterebbe poco per diventarlo.

Insomma, creare un piano editoriale, spesso, significa lavorare in ampia parte sulla fase di awareness. Tuttavia, se fatto in modo strategico, alcuni contenuti organici possono lavorare anche sulla conversione e la vendita, ma bisogna farlo con cautela e sempre generando valore!

Diverso invece sarà per i contenuti paid, che lavorano in un’altra fase del funnel la maggior parte delle volte. Ma per i contenuti paid, ne parleremo in un altro articolo.

Esempio piano editoriale social

I piani editoriale possono essere declinati in base al canale di riferimento. In questo paragrafo vediamo un esempio un ottimo piano editoriale per i social. Se sei un’impresa e necessiti di creare contenuti che portino non solo valore alla tua azienda, ma anche traffico, allora dovresti leggere bene questa sezione.

Abbiamo deciso di riportare qui una serie di domande, che dovrai completare con una risposta precisa per aver chiaro come procedere con la creazione di un piano editoriale.

  1. Cosa dicono i tuoi competitor?
  2. Cosa dicono i tuoi clienti?
  3. Cosa dicono i tuoi potenziali clienti?
  4. Quali sono i commenti generati dai tuoi post, dal blog o quelli fatti alla tua segreteria?
  5. Quali sono i contenuti che hanno generato più interessa da parte del tuo pubblico?
  6. Su quali canali sono più attivi i tuoi consumatori?
  7. Che tipo di esigenze hanno i tuoi consumatori?
  8. Come puoi creare valore aggiunto per le persone?
  9. Come divideresti i tuoi contenuti?
  10. Quali format utilizzerai?
  11. Quali risorse impiegare per la produzione dei contenuti?

Quanto costa un piano editoriale?

La risposta è: dipende.

La complessità dell’azienda, la quantità di contenuti che già si hanno, i dati a disposizione, gli obiettivi ed in fine il numero di contenuti e la tipologia che servono per soddisfare gli obiettivi preposti.

Per dare dei numeri un buon piano editoriale, che comprenda naturalmente una strategia, può andare dai 500 euro fino a superare i 1000 euro.

Se necessiti di un preventivo accurato scrivici una email a info@rocciepartners.com . Analizzeremo la tua azienda, le tue necessità e ti forniremo un preventivo gratuito dopo aver fatto due chiacchere!

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